-RIFIUTI INDUSTRIALI: Italia a Rischio Blocco Intestinale. Scopri come affrontare l’emergenza!

Rifiuti Industriali: Italia a rischio Blocco Intestinale !                                                  Scopri come affrontare l’Emergenza!                                                                 Nessuno ne parla ma il pericolo è concreto .                                                                  Se Hai un’Azienda e vuoi anticipare le problematiche che stanno già arrivando in tema rifiuti industriali, leggi di seguito.

 

 

La Situazione :

In questi periodi interminabili di  perenne crisi economica politica parlamentare , c’è una situazione di cui nessun media parla.

E’ una situazione che qualche operatore del settore aveva già previsto da diversi mesi . Riguarda la situazione Rifiuti Industriali in Italia!

 

L’Italia si sta avviando , sempre più velocemente verso un Disastroso Blocco Intestinale .

Quando , ne parlavo l’anno scorso con un mio carissimo amico collega , Direttore di un Importante Impianto di Depurazione di rifiuti liquidi del Veneto , non potevo credere che il Blocco Intestinale che prevedeva, potesse  accadere  nel giro di così poco tempo.

 

Cosa sta accadendo in Italia ?

Si sta verificando un progressivo ed inesorabile intasamento di tutti gli impianti di Stoccaggio/trattamento rifiuti Industriali, presenti in Italia.

Con un rischio molto concreto di blocco totale dei ritiri.

Gli impianti di cui parlo sono gli impianti intermedi di cui tutte le aziende si servono, perché molto raramente le aziende avviano direttamente i loro rifiuti in impianti finali.

Lo possono fare solamente le grosse aziende , perché hanno elevate quantità di ogni singolo rifiuto, e quindi solo per loro può risultare conveniente, affrontare tutte le  fasi burocratiche ed i costi di omologa per il conferimento diretto in impianto finale (es. discarica).

Altro elemento importante è che tutte le autorizzazioni degli impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti riportano dei limiti quantitativi di stoccaggio momentaneo ,che non possono essere superati ,  pena il rischio di denuncia penale con relativo blocco ufficiale dell’impianto da parte degli Enti di controllo.

Se questi  impianti non riescono a svuotarsi, cioè non hanno la possibilità di fare viaggi in uscita del materiale già trattato, per evitare di trovarsi con quantità di rifiuti oltre il consentito, devono rallentare ed in futuro bloccare i ritiri dalle aziende.

 

Perché sta accadendo ciò?

I fattori che hanno determinato questa situazione sono parecchi .

1)Aumento del Pil (Italiano ed Europeo)

Come primo fattore, possiamo citare il fatto che l’aumento del Pil Italiano (Dati Istat) di circa l’ 1,4 % dell’anno in corso   ,  determina un aumento ben più consistente delle quantità di rifiuti prodotti.  (+3-4 %, ma per  i rifiuti pericolosi si parla anche di  oltre il 10%)

In Europa la crescita è ancora più massiccia, il Pil corre con una differenza quasi doppia rispetto a quella Italiana, ed i rifiuti fanno altrettanto se non di più.

Attenzione a queste percentuali , perché sembrano insignificanti, ma in realtà sono determinanti.

 

2)Rifiuti Industriali a 8 zeri

E qui veniamo al secondo fattore. Infatti le percentuali sopraindicate vanno applicate a numeri da 8 zeri.

Infatti dai dati Ispra del 2016 si evince che:

in Italia si producono 30 milioni di tonnellate di rifiuti Urbani.

Ma il dato impressionante è che i rifiuti Industriali prodotti in Italia sono ben 135 milioni di tonnellate.  Anche se di questi vi è una larga fetta, i cossidetti assimilabili agli urbani, (circa 10 milioni) che seguono la stessa strada degli urbani.

 

3)Comunicazione politica e dei media che non va nell’interesse del Paese.

Il terzo fattore è il fatto che quasi tutti i media , e i politici, quando parlano di rifiuti, inneggiano in modo perentorio alla necessità vitale di incentivare al massimo il recupero e la costruzione di impianti per il recupero dei rifiuti.

Argomentazione sacrosanta , che però non rende onore al reale stato delle cose.

Perché il recupero può essere spinto nel caso dei rifiuti urbani, oppure dei rifiuti Assimilabili agli Urbani.  Oppure ancora di qualche nicchia dei rifiuti Speciali (Speciali=Industriali).

Ma resta il fatto che, la maggiorparte dei  rifiuti di matrice industriale non ha nessuna possibilità di essere recuperata se non nella Termovalorizzazione,  che qui in Italia è pressocchè assente in quanto i cosidetti “inceneritori” presenti sul nostro territorio sono stati costruiti per gestire rifiuti urbani.

Per i rifiuti industriali mi risulta che ve ne siano un paio che a mala pena soddisfano il 10-15% di tutta la produzione.

Quindi tutti i rifiuti delle industrie italiane (non gestibili in discarica), nella maggiorparte  dei casi finisce la sua vita in un inceneritore europeo.

 

Poi vi sono altri fattori che contribuiscono a rendere problematica la gestione rifiuti industriali di questo periodo:

4)scarsa disponibilità di impianti di smaltimento finale ( cioè Discariche ed Inceneritori).    Alcune Discariche sono chiuse per esaurimento, ed altre perché poste giustamente sotto  sequestro dagli organi di controllo in seguito a comportamenti illeciti .

 

5)Aumento dell’afflusso di rifiuti urbani.                                                                                                    In genere il percorso avviene dal centro-sud alle discariche del  Nord .     Anche l’aumento dei rifiuti urbani , contribuisce all’intasamento dei pochi impianti attualmente attivi.

 

6)Ad oggi si aggiunge il blocco dei ritiri attivato da Settembre 2017 da parte della Cina .              La Cina è l’ago della bilancia del mercato del recupero. E in questo momento infatti , il suo blocco della gestione dei rifiuti da recupero, ha determinato un collasso del loro valore su tutti i mercati internazionali

Questo ha implicato il dirottamento in discarica  di un’ulteriore enorme quantità di rifiuti che prima andavano al recupero.

L’incendio di alcuni capannoni pieni di rifiuti vari (e plastici soprattutto),  avvenuti qui al nord   (di cui avrete sicuramente sentito notizia) in qualche caso, sono la conseguenza oltre che di gestioni illecite di rifiuti ,  anche di  questo cambiamento di rotta improvviso che ha spiazzato tanti improvvisati recuperatori.

 

C’è un altro paese in Europa che ha problemi simili all’Italia.

Ebbene Si . C’è un solo paese che fino ad ora ha perseguito la stessa politica Italiana , cioè quella di non costruire Impianti finali di incenerimento di rifiuti Industriali.

E’ la Gran Bretagna.

Si è vero anche la Gran Bretagna in passato ha preso la decisione di , passatemi il termine , non “Bruciare”, i propri rifiuti in casa loro, ma di avvalersi degli Inceneritori degli altri paesi Europei.

Ma con una differenza sostanziale rispetto all’Italia.

La politica gestionale dei rifiuti industriali in Gran Bretagna è stata comunque affrontata a livello Governativo.

Ed il Governo Britannico, per la gestione dei propri rifiuti industriali  ha stretto direttamente accordi con gli altri paesi Europei.

E qui c’è il vero nodo della questione.

 

Come si stanno comportando Gli Impianti Europei ?

Come ti dicevo qualche riga più su , gli impianti di Termovalorizzazione degli altri stati europei sono a loro volta insufficienti a gestire tutta la mole di rifiuti che gli viene proposta,  dalle aziende del loro paese, e dalle aziende italiane e da quelle britanniche .

Quindi dovranno fare delle scelte , e dare delle priorità .

E indovinate un po’ quali saranno le prime aziende ad essere lasciate a piedi.

Non certo le aziende del loro paese.

E nemmeno quelle Britanniche , perché gli accordi governativi hanno più valore degli accordi presi singolarmente da ogni  impianto italiano direttamente con il singolo impianto Tedesco o Astriaco, o Olandese, o Francese o Spagnolo ecc.

Il rispetto degli accordi Transnazionali ha più valore di un accordo tra privati.

A questo punto , chi rimane a farne le Spese ?

Si. E’ proprio come stai pensando tu.

Hai capito cosa sta succedendo.

 

Dialogo tra impianti

Ecco di seguito il dialogo tipo, tra il responsabile di un impianto di Incenerimento Europeo ed il responsabile dell’impianto intermedio italiano , che ritira e tratta rifiuti industriali e produce il rifiuto misto CER: 191212 e/o 191211*.

Destinazione  prevista dalla normativa Europea  Per Rifiuto Pericoloso con TOC > 5%: Termovalorizzazione.

Italiano: “Ciao Franz!”

Europeo: “Ciao Mario!”

Europeo: “Sai, quest’anno abbiamo qualche problema con la disponibilità di spazi”

Italiano: ”In che senso?”

Europeo: ”Nel senso che da quest’anno purtroppo non posso più ritirarti le quantità che abbiamo stabilito nel nostro accordo l’anno scorso”

Italiano: ”Stai scherzando, qui in Italia i rifiuti sono in aumento spaventoso, non sappiamo più dove metterli, dovevamo aumentare le quote , e invece me le diminuisci?”

Europeo:  ”Si, è così. Purtroppo non posso farci niente. Non abbiamo disponibilità. Anche a noi è aumentato il flusso di rifiuti.”

Italiano:  “Quindi?”

Europeo: “Quindi da quest’anno invece di 7000 tonnellate , te ne  posso ritirare 3500!”

Italiano: “Ma Franz,  Non riesco, con 3500 Ton. a soddisfare il mio fabbisogno, già il prossimo mese avrò la necessità di conferire 30 viaggi”

Europeo:  “Mi dispiace Mario, ma è così. Anzi, già dalla settimana prossima potrò ritirarti al massimo 2 viaggi a settimana, se va bene”

Europeo: “Ah, dimenticavo Mario,  Dal mese prossimo ci sarà anche un aumento sul costo di smaltimento, sarà di circa 30 €/ton. I nuovi prezzi valgono per 3 mesi. Poi vedremo. Ma è probabile che ci saranno degli altri aumenti”

Italiano: “E’ un disastro, come possiamo fare ?”

(Italiano: Pensa senza parlare: “C.zzo è la stessa cosa che mi ha detto L’impianto Austriaco, quello Francese, l’olandese, ed anche lo Spagnolo”)

Europeo: “Provate a costruire qualche impianto anche Voi in Italia”

(sarcastico, sa benissimo che attualmente è pressocchè impossibile)

Italiano: “Lo sai Franz, qui è impossibile costruire impianti finali, per l’iter autorizzativo ci vogliono 10 anni,  e poi si rischia sempre di non riuscire a farlo partire. L’Italia è il paese dei mille ricorsi.

Questa è la ricostruzione di una conversazione tipica tra L’impianto intermedio Italiano ed un impianto Europeo.

Questa è la situazione attuale.

 

Cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi anni?

Purtroppo, mi spiace dirlo, ma se siamo realisti ognuno di noi ha già capito che  la situazione sarà destinata ad aggravarsi.

E Molto.

Sia  in termini di disponibilità di impianti finali (Discariche ed Inceneritori).

Sia in termini di prezzi di smaltimento. Il tutto potrebbe verificarsi anche in tempi molto rapidi. Già adesso si stanno verificando le prime avvisaglie.

Crescita continua dei prezzi, impianti stracolmi di rifiuti che non riescono a svuotarsi.

E mentre la GranBretagna , paese con procedure burocratiche più snelle, ha già dato il via per il cambio di passo a livello politico , nel campo ambientale, iniziando la procedura per la costruzione di uno dei più grossi inceneritori  a livello europeo,  noi siamo ancora qui che ci lisciamo il pelo, premiando il “comune più riciclone” , oppure additando quello meno virtuoso.

Come diceva L’apostolo Luca “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo?”.

 

Perché Nessuno parla dei rifiuti industriali.

La comunicazione mediatica in tema rifiuti, in Italia è profondamente sbagliata.

L’unica argomentazione che vige nel campo dei rifiuti , è il recupero. Come se fosse la panacea di tutti i problemi riguardanti i rifiuti.

Tutti hanno l’attenzione orientata esclusivamente sulla gestione dei rifiuti urbani.

Nessuno ha mai il coraggio di parlare di impianti di smaltimento di rifiuti industriali.

Non esiste una politica a lungo termine per la gestione dei rifiuti.

Si ci sono i piani Regionali, che però come obiettivo principale (anche se sacrosanto) hanno quello di salvaguardare l’ambiente ed il paesaggio.

Non si ha mai preso in esame la possibilità di rendere le aziende e gli impianti italiani autonomi nella gestione dei rifiuti industriali.  Indipendenti dagli impianti europei.

Anzi, la comunicazione per chi vuole costruire impianti nuovi , tecnologicamente avanzati, è spesso se non sempre, negativa.

Allora perché non si attiva una commissione che valuti e che proponga un piano  per gestire nel lungo termine i rifiuti industriali. Ormai i dati ci sono tutti , quasi in tempo reale. Sappiamo ogni regione quanti e quali rifiuti  produce o dove vengono destinati.  .  (E non certo grazie al sistri).

Attenzione! Non voglio essere frainteso.

Non sto dicendo che la comunicazione diretta a favorire attività che sviluppino il recupero dei rifiuti recuperabili, sia sbagliata.

Voglio dire che quando si comunica è bene sempre specificare di cosa si sta parlando.

Voglio dire che manca sempre una parte, la più importante, per completare un discorso sui rifiuti che abbia un senso .

Mi spiego.

Se vogliamo far risaltare o promuovere attività volte a recupero di rifiuti, specifichiamo sempre di quali rifiuti stiamo parlando.

Cioè stiamo parlando di Rifiuti Urbani e Assimilabili agli urbani ? Bene. La selezione a monte è sempre una buona cosa che facilita il recupero e comunque rende più semplice  una selezione più spinta a valle.

Ma per evitare che il messaggio diventi :

“Con il recupero al 100 %  risolveremo tutti i problemi della gestione rifiuti in italia”

poi dobbiamo dire anche che questi rifiuti rappresentano solo (considerando insieme i rifiuti Urbani 30 milioni di Ton.  ed i Rifiuti industriali Assimilabili agli Urbani 10 milioni di Ton.) c.ca il 24 % del totale dei rifiuti prodotti in Italia.

Ma poi ci sono i rifiuti industriali veri e propri che sono c.ca il doppio. Costituiscono ben il 40 % dei rifiuti totali.

Infatti, se togliamo i rifiuti inerti che con 54 milioni di ton. costituiscono il 32% del totale e che in Italia sono ben gestiti tramite ottimi impianti di vagliatura e frantumazione,

a questo punto l’altra metà composta da oltre 60 milioni di ton è suddivisa in 2 tipologie :

1)I rifiuti da trattamento, depurazione, risanamento ambientale, e bonifica che con 37 milioni  di ton. rappresentano il 22% del totale.

2)I rifiuti industriali veri e propri che sono 28 milioni di ton. (17 % del totale), la metà prodotti in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

E quindi, che politiche sta perseguendo il nostro paese per questi 65 milioni di tonnellate composti da rifiuti industriali (no assimilabili) e rifiuti da trattamento rifiuti?

Ripeto 65’000’000 di TONNELLATE.

 

Perché nessuno ne parla?

C’è qualcuno che sa come recuperare a costi accettabili, in processi diversi dalla termovalorizzazione, o dallo smaltimento in discarica la maggiorparte dei rifiuti prodotti delle nostre aziende Italiane. Come ad es. morchie o polveri di verniciatura,  oppure fanghi di depurazione inquinati da metalli pesanti (non nobili). Oppure  fanghi contaminati da solventi tossici. Oppure Polveri da abbattimento fumi da processi termici o chimici.   Oppure fondami

contaminati da sostanze chimiche organiche ed inorganiche.

Nel frattempo la chimica va sempre avanti e continua ad immettere sostanze nuove nel mercato, che poi devono essere smaltite, oppure ancora peggio , se inserite nella composizione della plastica o di altri materiali destinati al recupero, rendono il recupero difficile oppure non conveniente economicamente.

Forse ci sarà veramente bisogno di un blocco intestinale, per arrivare al cambio di marcia che oggi  la Gran Bretagna e ormai da diversi anni, tutti gli altri paesi europei hanno già fatto?

 

Cosa potrebbe fare il Governo Italiano

Sicuramente la situazione non è semplice. Ed è il risultato di una politica portata avanti per decenni.

Ma il Ministro Costa dovrebbe essere a conoscenza (o comunque qualcuno dovrebbe farlo) di questa grave problematica, e sicuramente potrebbe fare il primo passo (anche se doveva essere fatto prima dai suoi predecessori) ,  cercando di stringere accordi a livello Europeo per far fronte nel modo più indolore possibile all’emergenza attuale, prima che scoppi in maniera eclatante.

E come secondo passo, dovrebbe soprattutto cominciare a valutare come Gestire nei prossimi 10-20 anni e oltre,  il fine vita dei rifiuti industriali, studiando e  promuovendo la costruzione di inceneritori di nuova generazione, magari con formule di controllo pubblico.

Per la mia esperienza personale , penso che le formule più virtuose siano comunque le gestioni private. La presenza pubblica può esserci in modo da poter esercitare un maggior controllo.  So che c’è qualche mio amico collega Consulente del centro Italia che non la pensa come me. Ritiene che le gestioni più virtuose siano quelle pubbliche. Probabilmente per le sue esperienze può avere ragione lui.

Secondo me , una gestione mista potrebbe essere la soluzione, ma l’importante è impostare un buon controllo, prendendo spunto dalle discariche di Veneto e Lombardia che conosco bene perché ci lavoro ed in più ho Auditato personalmente.

Per quanto riguarda l’eventuale problema della possibile corruzione , se si vuole si può risolvere.  Le pene severe ci sono già. Basta applicarle. Per i controlli ci sono delle tecnologie oggi che consentono di verificare in tempo reale e da parte di chiunque si voglia ,  malfunzionamenti o il mancato rispetto di limiti tabellari nelle emissioni e nei vari processi di lavorazione.

In questo modo eviteremo di essere succubi delle politiche europee (almeno per quanto riguarda i rifiuti), che in ogni momento possono ridurre la loro disponibilità o alzare i prezzi , avendo così i governi europei un’ulteriore arma per rendere meno competitive le aziende italiane.

 

Cosa devi fare Tu Imprenditore o Manager Aziendale

Ovviamente noi Imprenditori sappiamo già che non possiamo attendere le mosse del Governo, saremmo già morti e sepolti.

Ma sicuramente per proteggerti al massimo dai rischi di questa situazione, puoi fare 2 cose:

Se ti autogestisci , devi assolutamente pianificare.

Pianificare deve essere la tua parola d’ordine. Come pianifichi la gestione della tua azienda,

devi cioè, già prevedere (per quanto ti è possibile) tutti i tuoi conferimenti con almeno 6 mesi di anticipo.  E già discuterli al più presto con il tuo smaltitore di fiducia.

Se invece hai deciso di affidare la tua gestione in outsourcing, applicando il nostro metodo  RIFIUTISICURI,  (che ovviamente ti consiglio) verrai sicuramente contattato al più presto, perché noi conosciamo già le tue esigenze, e quindi saremo noi che pianificheremo insieme a te i tuoi servizi per i prossimi 6 mesi.  Quindi non devi preoccuparti.

 

Come ci stiamo muovendo noi di Ecoindustria:

Ovviamente la situazione non è facile per nessuno. E noi non siamo più furbi e più belli  di altri.

Però noi abbiamo una caratteristica. Che cerchiamo sempre di prevenire le problematiche.

Questa situazione  l’avevamo già prevista da fine anno scorso, e quindi ci siamo mossi subito da inizio anno, allacciando rapporti con nuovi impianti e riallacciando rapporti con impianti già conosciuti che però per motivi di comodità logistica, avevamo un po’ trascurato.

Ad oggi sicuramente i rifiuti dei nostri clienti sono protetti ed omologati in più impianti. E  per tutto l’anno in corso sicuramente siamo in grado di garantire il nostro servizio .

Per rifiuti Liquidi abbiamo a disposizione una filiera di :

14 impianti di depurazione diretta. (di cui 3 Impianti consortili, e 3 specializzati in metalli pesanti, e 3 in emulsioni oleose , 3 in Soluzioni Acide e Basiche concentrate, 2 in Soluzioni Saline, e  Soluzioni Solventate;  concentrate; e  tutti in grado di gestire le acque classiche di trattamento metalli e legno per la verniciatura: Soluzioni di Sgrassaggio, Decapaggio, Verniciatura)

Per i rifiuti in colli e solidi sfusi possiamo contare su 22 impianti di trattamento :

Di cui 7 in Emilia Romagna, 7 In Lombardia, 6 in Veneto, 2 in Toscana.

Per i i rifiuti solidi sfusi inoltre, possiamo contare sulla disponibilità di quote per  conferimento diretto in 3 discariche.

Il nostro obiettivo è pianificare il più possibile per fare in modo che i nostri clienti non abbiano disservizi e riescano comunque ad affrontare anche momenti particolari come questo.

Sicuramente ci sono anche altri nostri bravi colleghi che si stanno preoccupando per il loro clienti.

Tuttavia è innegabile, che quando ci sono queste situazioni di incertezza, e di prezzi che salgono, ritornano a dominare le Ecomafie. Che fiutano il profumo dei soldi facili.

E purtroppo, devo dire che , dopo tanti anni che non succedeva, da qualche mese sento qualche produttore che mi dice, “ma qua è passato uno che mi ha garantito che riesce a smaltire tutto alla metà del prezzo di mercato” .

Occhio , perché questo è il segnale della degradazione in cui rischiamo di ritornare.

E se ci mettiamo anche il fatto della difficoltà oggi più che mai di tutte le aziende ad essere competitive sul mercato;

Oppure il fatto che come esistono aziende virtuose molto attente alla corretta gestione dei propri rifiuti, ve ne sono altre il cui principale obiettivo è il raggiungimento del massimo utile anche a discapito del danno ambientale creato, affidando i rifiuti a gestioni a basso costo e non totalmente limpide e regolari,

Allora dicevo, stiamo pur sicuri che salteranno fuori nei prossimi anni altre terre dei fuochi, e soprattutto , quello che è più grave,  i rifiuti smaltiti illegalmente continueremo a ritrovarli, indirettamente, alla fine tutti noi, nel nostro piatto.

Noi sappiamo anche quanto possono arrivare a spendere le aziende Italiane per la gestione regolare dei loro rifiuti.

E sono delle cifre che in alcuni casi possono essere veramente importanti . Sono voci che incidono pesantemente sul bilancio.

Ecco perché abbiamo pensato di premiare quelle aziende che investono nella corretta gestione dei rifiuti e che vogliono  posizionarsi immediatamente tra le aziende di alta qualità nella gestione dei propri rifiuti . Che vogliono rispettare l’ambiente, non solo sulla carta.

Sono quelle aziende che hanno scelto il nostro metodo RIFIUTISICURI .

Sono aziende che al superamento dell’Audit Annuale ricevono la  CERTIFICAZIONE:

“RIFIUTISICURI QUALITY”

L’Unica Certificazione in Italia Specifica per la Corretta Gestione dei Rifiuti.

Che Garantisce una Gestione Rifiuti già in linea con gli Standard iso 14001/15 ed Emas,  in ogni momento.

Anche Tu, applicando il metodo RifiutiSicuri potrai  delegare a noi, le responsabilità della gestione di aspetti importanti ma non fondamentali per la tua attività primaria, come la gestione interna dei tuoi rifiuti industriali.

Se anche tu vuoi fare la differenza  allora contattami qui: www.rifiutisicuri.com  verificheremo insieme se posso aiutarti.

Troverai anche le testimonianze di alcuni clienti che stanno utilizzando il nostro metodo,

E, mi raccomando, ricordati di lasciare un tuo commento alla fine dell’articolo.

Suggeriscimi anche qualche argomento che ti sta a cuore, che vorresti venisse approfondito.

Un saluto cordiale e sempre…

…Buoni rifiuti.

 

P.Fabio Tamassia

 

ECOINDUSTRIA Srl

Sede: Via E. Curiel 19  – 46027 San Benedetto Po (MN)

www.eco-industria.it   –   www.eco-industria.com

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4 pensieri su “-RIFIUTI INDUSTRIALI: Italia a Rischio Blocco Intestinale. Scopri come affrontare l’emergenza!

  1. Nicola Vezzani

    Gent.mo Fabio,
    l’articolo che hai hai scritto è davvero utile, chiaro e non autoreferenziale.
    Per questo è davvero allarmante, anzi “allertante”, perchè non crea preoccupazione inutile e paralizzante, bensì ci avverte in maniera sana e stimola all’azione. Per questo sarebbe da pubblicare su un quotidiano a tiratura nazionale.
    Complimenti, si percepisce chiaramente la tua/vostra preparazione e passione.
    Auguriamoci che i vari portatori di interesse si accorgano della cosa e comincino a fare le giuste pressioni prima possibile.
    Continua così.
    Con stima.
    Nicola Vezzani

    Replica
    1. Ecoindsbpo Autore articolo

      Ciao Nicola.
      Grazie per il tuo prezioso commento.
      Hai colto nel segno il nostro spirito.
      Vogliamo informare su aspetti poco conosciuti del mondo rifiuti. Oppure poco discussi.
      E mettere a disposizione la nostra esperienza perchè chi ci segue possa avere una linea da seguire per avere meno problemi possibili.
      Ed allo stesso tempo creare maggior sensibilità sull’argomento “rifiuti industriali” , veramente poco conosciuto e molto sottovalutato.

      A presto.
      Fabio

      Replica
  2. ivana manrinelli

    Egregio Sig Fabio,
    l’articolo è un gran bel monito rivolto non solo agli operatori del settore, ma ad ogni singolo cittadino, perchè ci sia una sensibilizzazione ed una presa di coscienza della situazione reale, che, alla stragrande maggioranza della gente poco importa, ma che, volente o nolente, deve interessare eccome!
    Cominciamo ad uscire dal loop di lamentele facendo uscire le nostre voci dal coro…
    Grazie

    Replica

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